Il Regno Unito firma contratti per i primi progetti commerciali di cattura del carbonio
- Il governo firma contratti per due impianti di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) nei settori del cemento e della termovalorizzazione.
- Si prevede che i progetti cattureranno 1.2 milioni di tonnellate di CO2 all'anno e creeranno 500 posti di lavoro qualificati.
- Parte dei 9.4 miliardi di sterline (12.65 miliardi di dollari) promessi dalla Gran Bretagna per il finanziamento del CCS durante l'attuale revisione della spesa.
Londra dà il via libera ai principali contratti CCS
La Gran Bretagna ha firmato contratti per due progetti di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) su scala commerciale, un passo volto a ridurre le emissioni di alcune delle industrie più energivore del paese, creando al contempo 500 posti di lavoro qualificati. Il governo ha confermato giovedì che gli accordi riguardano il cementificio Padeswood di Heidelberg Materials nel Galles settentrionale e l'impianto di termovalorizzazione Protos di Encyclis a Ellesmere Port, nel nord-ovest dell'Inghilterra.
Insieme, i progetti sono progettati per catturare 1.2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all'anno. Le emissioni saranno trasportate tramite condotte e stoccate permanentemente sotto il fondale marino attraverso il progetto di stoccaggio di Liverpool Bay di Eni.
Cemento e termovalorizzazione dei rifiuti al centro dell'attenzione
Il governo del Regno Unito ha chiarito che la CCS deve essere implementata su larga scala se il Paese vuole raggiungere l'obiettivo giuridicamente vincolante di emissioni nette pari a zero entro il 2050. Gli impianti di cemento e di termovalorizzazione sono tra i settori più difficili da decarbonizzare, dove l'elettrificazione o il cambio di combustibile non possono eliminare completamente le emissioni di carbonio.
Heidelberg Materials ha affermato che il suo investimento creerà il primo impianto al mondo per la cattura del carbonio, consentendo una produzione di cemento completamente decarbonizzata. L'inizio dei lavori è previsto per la fine dell'anno, con l'obiettivo di produrre il suo primo cemento a zero emissioni nette nel 2029.
"La nostra partnership costruttiva con il governo del Regno Unito ci ha permesso di raggiungere questo importante traguardo, il che è una notizia fantastica, non solo per noi, ma per l'intero settore." disse Simon Willis, CEO di Heidelberg Materials UK.

Il progetto Protos di Encyclis integrerà la CCS con la termovalorizzazione, un settore che è stato oggetto di crescente attenzione per il suo profilo di emissioni. Catturando e immagazzinando il carbonio derivante dalla combustione dei rifiuti, l'impianto è in grado di dimostrare come i rifiuti residui possano essere gestiti contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici.
Finanziamento del CCS su larga scala
Sebbene il governo non abbia reso noto il valore dei contratti, i progetti rientrano nello stanziamento di 9.4 miliardi di sterline (12.65 miliardi di dollari) della Gran Bretagna per la tecnologia CCS annunciato a giugno. Il finanziamento è finalizzato ad accelerare l'implementazione nei distretti industriali, ridurre il rischio degli investimenti e attrarre capitali privati in progetti che storicamente hanno incontrato difficoltà a causa degli elevati costi iniziali e dell'incertezza dei flussi di entrate.
La tecnologia CCS è disponibile in commercio da decenni, ma i progetti in tutto il mondo si sono spesso arenati per motivi economici. I contratti britannici mirano a colmare questa lacuna, garantendo certezza dei ricavi agli sviluppatori e inserendo i progetti nei piani regionali di decarbonizzazione.
L'hub di stoccaggio di Liverpool Bay, gestito dall'italiana Eni, è una componente centrale. Creando un'infrastruttura condivisa di trasporto e stoccaggio, il governo mira ad abbattere gli ostacoli che impediscono a più emittenti di connettersi al sistema, riducendo duplicazioni e costi.
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Poste strategiche e politiche
Per Londra, sostenere la CCS ha un peso sia industriale che politico. Si prevede che i progetti sosterranno l'occupazione regionale, preservando al contempo la competitività delle aziende manifatturiere con sede nel Regno Unito, nonostante le normative climatiche globali sempre più stringenti. Il governo stima che, se la diffusione della CCS dovesse espandersi, potrebbero essere creati fino a 50,000 posti di lavoro lungo l'intera filiera entro il 2030.
Anche il Regno Unito si sta posizionando come leader nel CCS, in un momento in cui l'Europa è impegnata a realizzare reti transfrontaliere di stoccaggio del carbonio. L'UE si è posta l'obiettivo di catturare 50 milioni di tonnellate di CO2 all'anno entro il 2030, mentre la costruzione del progetto norvegese Longship è già iniziata. La Gran Bretagna, che non fa più parte dell'UE, sta segnalando la sua intenzione di competere per gli investimenti industriali e la rilevanza globale nelle tecnologie climatiche.
Cosa dovrebbero notare dirigenti e investitori
Per i dirigenti dei settori difficili da ridurre, gli ultimi contratti britannici rappresentano un precedente su come i governi potrebbero colmare il divario di costo del CCS. L'uso di cluster industriali con trasporto e stoccaggio condivisi sta emergendo come modello per ridurre i costi e creare certezza per gli sviluppatori privati.
Gli investitori osserveranno se il sostegno della Gran Bretagna si tradurrà in rendimenti scalabili e business case replicabili. Per i decisori politici, i progetti evidenziano la necessità di quadri di riferimento stabili e a lungo termine. Senza di essi, la CCS potrebbe rimanere limitata a progetti pilota, anziché raggiungere la scala necessaria per influenzare materialmente le traiettorie delle emissioni.
Importanza globale
La decisione della Gran Bretagna arriva in un momento in cui l'Agenzia Internazionale per l'Energia ha affermato che la capacità globale di CCS deve aumentare di oltre trenta volte entro il 2030 per allinearsi agli scenari di zero emissioni nette. Per i governi che stanno soppesando la competitività industriale con gli obblighi climatici, i contratti del Regno Unito sono oggetto di attento studio come banco di prova per verificare se la spesa pubblica possa sbloccare investimenti durevoli del settore privato nella CCS.
In caso di successo, i progetti Padeswood e Protos potrebbero fornire un modello per altri paesi che cercano di proteggere l'industria pesante riducendo al contempo le emissioni di carbonio. Per i leader aziendali globali, il messaggio è chiaro: la CCS sta passando dall'ideazione alla realizzazione contrattuale, e gli aspetti economici della partecipazione potrebbero cambiare rapidamente con la maturazione dei quadri politici.
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