L'UE rinvia di un anno le norme sulla deforestazione nella catena di approvvigionamento
- La Commissione europea rinvierà di un altro anno l'entrata in vigore del regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) per motivi di prontezza del sistema informatico.
- La legge, volta a ridurre la deforestazione causata dall'UE, ha incontrato l'opposizione dei partner commerciali e dei gruppi industriali.
- Il ritardo rischia di minare l'agenda verde dell'Europa e di intensificare il controllo da parte dei sostenitori dell'ambiente.
Bruxelles posticipa la scadenza
La Commissione europea rinvierà di un altro anno l'attuazione della storica legge UE sulla deforestazione, citando il timore che la sua infrastruttura digitale non sia in grado di gestire il carico di conformità. La decisione, confermata dalla Commissaria per l'Ambiente Jessika Roswall in una lettera ai legislatori, segna il secondo rinvio di un regolamento che avrebbe dovuto entrare in vigore per le grandi aziende a dicembre.
Il regolamento UE sulla deforestazione (EUDR), introdotto nel 2021, impone alle aziende che commerciano materie prime come olio di palma, carne bovina, legname, soia, cacao, caffè e gomma di dimostrare che le loro catene di approvvigionamento sono esenti da deforestazione dopo il 2020. La legge è stata salutata come il primo tentativo globale di contrastare su larga scala la deforestazione importata, con Bruxelles che stima che i consumi dell'UE siano responsabili di circa il 10% della perdita globale di foreste.
Colli di bottiglia della conformità
Roswall ha dichiarato ai membri del Parlamento che il sistema informatico su cui si basa il regolamento non è attrezzato per il volume di dati previsto.Molto probabilmente il sistema rallenterà a livelli inaccettabili o addirittura subirà interruzioni ripetute e durature", ha avvertito, sollevando il timore che i flussi commerciali potrebbero subire gravi ripercussioni.

La piattaforma, progettata per tracciare e verificare le transazioni tra operatori dell'UE e di paesi terzi, è fondamentale per l'applicazione della legge. Senza di essa, le aziende non possono soddisfare i requisiti di tracciabilità che impongono la prova dell'origine della produzione fino al singolo appezzamento di terreno.
Roswall ha sottolineato che il ritardo non era dovuto alle obiezioni degli Stati Uniti o di altri partner commerciali, ma lo ha piuttosto definito una necessità pratica."Siamo preoccupati per il sistema informatico, data la quantità di informazioni che vi inseriamo. Il ritardo ci darà il tempo di valutare i diversi rischi". ha detto ai giornalisti.
Pressioni politiche e commerciali
Il regolamento ha incontrato resistenze sia in Europa che all'estero. Brasile, Indonesia e Stati Uniti hanno sostenuto che la sua conformità avrebbe fatto aumentare i costi e limitato le esportazioni. Il settore statunitense della carta e della cellulosa ha chiesto esenzioni, mentre gli Stati membri dell'UE, tra cui Polonia e Austria, hanno segnalato difficoltà per i produttori nazionali nel rispettare gli standard di tracciabilità.
Un precedente compromesso tra il Consiglio europeo e il Parlamento aveva già ritardato di un anno l'entrata in vigore del regolamento. Inoltre, il Parlamento ha recentemente respinto un sistema di benchmarking che avrebbe classificato i paesi in base al rischio di deforestazione, con alcuni legislatori che hanno spinto per una categoria "nessun rischio" per esentare completamente alcuni produttori.
La Commissione è stata anche criticata per aver agito troppo rapidamente, nonostante la preparazione non uniforme tra gli stakeholder dell'UE e dei paesi terzi. Lo scorso anno, i funzionari hanno riconosciuto che diversi partner globali avevano espresso preoccupazioni in merito alla preparazione.
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Reazione ambientale
L'ultimo ritardo ha suscitato una dura condanna da parte della società civile.Ogni giorno di ritardo nell'applicazione di questa legge equivale a più foreste rase al suolo, più incendi boschivi e più condizioni meteorologiche estreme," disse Nicole Polsterer, un attivista del gruppo ambientalista Fern.
Gli attivisti sostengono che il rinvio non solo indebolisce la credibilità dell'Europa in materia di clima, ma invia anche un segnale preoccupante ai mercati, in un momento in cui le aziende sono spinte a rivelare e ridurre le emissioni di Scope 3.
Implicazioni per le imprese e la politica
Per le multinazionali che si riforniscono da regioni ad alto rischio, il ritardo offre un temporaneo margine di manovra, ma prolunga l'incertezza. Le aziende devono comunque prepararsi a una rigorosa due diligence una volta entrata in vigore la legge. Ciò include lo sviluppo di capacità di geolocalizzazione, l'adeguamento dei contratti con i fornitori e l'aggiornamento dei sistemi IT per integrarli con la futura piattaforma di Bruxelles.
Investitori e decisori politici osserveranno attentamente se la Commissione riuscirà a realizzare un sistema funzionale entro i tempi rivisti. In caso contrario, si potrebbero verificare ulteriori ritardi e compromettere il ruolo dell'UE come normatore del commercio sostenibile.
Puntate globali
L'EUDR è un fiore all'occhiello del Green Deal europeo e rientra negli sforzi di Bruxelles per sfruttare l'accesso al mercato per promuovere i risultati climatici. Il suo ritardo ha conseguenze che vanno oltre l'Europa. Le economie emergenti dipendenti dalle esportazioni di materie prime subiscono ulteriori pressioni per rafforzare la governance dell'uso del suolo. Allo stesso tempo, rivali come Cina e Stati Uniti stanno monitorando la capacità dell'Europa di applicare una misura che altri hanno finora evitato.
Per i leader aziendali, questa battuta d'arresto evidenzia una sfida più ampia: la legislazione sulla sostenibilità avanza più rapidamente delle infrastrutture necessarie per implementarla. Con le autorità di regolamentazione che alzano gli standard in materia di tracciabilità e trasparenza, la capacità di gestire la conformità digitalmente determinerà se le aziende – e i governi – riusciranno a rispettare i propri impegni climatici.
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