- Data effettiva: Gli istituti di grandi dimensioni dovranno adeguarsi entro l'11 gennaio 2026; gli istituti piccoli e non complessi avranno tempo fino all'11 gennaio 2027.
- Focus principale: Gestione completa del rischio ESG attraverso governance, strategia e analisi degli scenari.
- Pianificazione della transizione: Le istituzioni devono allinearsi agli obiettivi climatici dell'UE, tra cui l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050.
L'Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato delle linee guida complete sulla gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance (ESG). Queste normative hanno come target le istituzioni finanziarie dell'UE, richiedendo una governance solida per mitigare i rischi correlati al cambiamento climatico, alle questioni sociali e alle strutture di governance.
Disposizioni chiave:
- Integrazione del rischio: Le istituzioni devono integrare i rischi ESG nei quadri di riferimento relativi al credito, al mercato, alle operazioni e alla liquidità.
- Valutazioni di materialità: Revisioni annuali (o semestrali per le entità più piccole) per valutare l'impatto dei rischi ESG.
- Pianificazione della transizione: Piani obbligatori in linea con gli obiettivi di neutralità climatica dell'UE e che riflettano le prospettive di rischio a lungo termine (oltre 10 anni).
L'EBA sottolinea la natura interconnessa dei rischi ESG e si aspetta che le istituzioni affrontino le vulnerabilità specifiche del settore e gli impatti fisici sul clima.
Risultati chiave
1. Governance e integrazione dei rischi
- Le istituzioni devono integrare i rischi ESG nella loro struttura di governance, nella loro propensione al rischio e nei quadri generali di gestione del rischio.
- I rischi ESG devono essere integrati in tutte le categorie di rischio finanziario, tra cui i rischi di credito, di mercato, operativi, reputazionali e di liquidità.
- I piani specifici per affrontare i rischi ESG devono essere in linea sia con i quadri prudenziali sia con le normative dell'UE in materia di rendicontazione della sostenibilità.
2. Valutazioni di materialità
- Le istituzioni devono condurre valutazioni periodiche della materialità dei rischi ESG:
- Annualmente per le grandi istituzioni.
- Ogni due anni per gli istituti piccoli e non complessi, salvo cambiamenti significativi.
- Le valutazioni dovrebbero comprendere i rischi a breve, medio e lungo termine, con un orizzonte temporale di almeno 10 anni.
3. Misurazione e monitoraggio del rischio
- Le metodologie di misurazione del rischio ESG dovrebbero includere:
- Metodi basati sull'esposizione: Valutazione dell'esposizione individuale al rischio di controparte.
- Metodi basati sul settore: Identificazione delle vulnerabilità settoriali.
- Metodi basati sul portafoglio e sull'allineamento: Misurazione dell'esposizione del portafoglio rispetto ai parametri di riferimento ESG e agli obiettivi climatici dell'UE.
- Analisi basata sullo scenario: Valutazione della resilienza in diversi scenari di stress climatico e ambientale.
4. Requisiti dei dati e reporting
- Le istituzioni devono sviluppare solidi processi di raccolta dati e fare affidamento su fonti di dati ESG sia interne che esterne.
- Le istituzioni dovrebbero monitorare gli indicatori di performance correlati ai fattori ESG e segnalare i rischi materiali attraverso i loro quadri di rischio interni.
5. Piani di transizione
- Le istituzioni devono predisporre piani di transizione dettagliati che delineino come intendono gestire i rischi finanziari derivanti dal passaggio dell'UE alla neutralità climatica entro il 2050.
- I piani di transizione dovrebbero includere tempistiche chiare, obiettivi intermedi e traguardi quantificabili.
- I piani devono essere coerenti con le altre direttive dell'UE in materia di sostenibilità, tra cui le direttive sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale e sulla due diligence.
6. Principio di proporzionalità
- Le disposizioni variano in base alle dimensioni e alla complessità degli istituti:
- Gli istituti piccoli e non complessi possono adottare approcci semplificati di valutazione del rischio.
- Ci si aspetta che le grandi istituzioni adottino metodologie dettagliate e implementino metriche di allineamento del portafoglio.
Articolo correlato: L’EBA apre la consultazione sulle linee guida sulla gestione del rischio ESG per le istituzioni finanziarie
7. Controlli interni e cultura del rischio
- I rischi ESG devono essere integrati nei programmi di governance e formazione interna.
- Le istituzioni dovrebbero migliorare le competenze ESG all'interno dei loro team di gestione del rischio e fornire un'adeguata formazione ESG al management e al personale.
- È obbligatorio definire ruoli e responsabilità chiari nelle tre linee di difesa (unità aziendali, gestione del rischio e audit interno).
8. Adeguatezza del capitale e della liquidità
- Le istituzioni devono valutare i rischi ESG come parte del loro processo interno di valutazione dell'adeguatezza del capitale (ICAAP) e del processo interno di valutazione dell'adeguatezza della liquidità (ILAAP).
- I rischi ambientali devono essere inclusi nelle valutazioni dell'adeguatezza patrimoniale basate su scenari e nei quadri di rischio di liquidità.
9. Linee guida specifiche per settore
- Le istituzioni dovrebbero valutare l'esposizione settoriale ai settori ad alto rischio (ad esempio i combustibili fossili) e valutare i piani di transizione dei propri clienti.
- I rischi legati al clima, come la perdita di biodiversità, la scarsità d'acqua e gli impatti fisici sul clima, devono essere presi in considerazione nelle politiche settoriali.
10. Cronologia di implementazione
- Le linee guida si applicano a tutti gli istituti a partire dall'11 gennaio 2026.
- Gli istituti piccoli e non complessi hanno un anno in più per adeguarsi, la scadenza è fissata all'11 gennaio 2027.
“Le istituzioni devono adottare un approccio lungimirante, assicurando che i loro quadri di governance siano attrezzati per affrontare i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, dalle questioni sociali e dalle sfide di governance.” — Rapporto finale dell’EBA
Leggi le linee guida complete del rapporto qui.
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